La IVB del Liceo Scientifico Dante Alighieri di Partanna intervista Piera Aiello, testimone di giustizia
«Dicevo sempre a mio marito di denunciare ai Carabinieri. Se fossi riuscita a convincerlo probabilmente oggi sarei la moglie di un collaboratore di giustizia.» Piera Aiello, moglie di Nicola Atria, ricorda così il rapporto con il marito ucciso nel 1991 dalla mafia.
La classe 4B del liceo scientifico Dante Alighieri di Partanna, nella giornata del 18 aprile 2024, ha intervistato la testimone di giustizia Piera Aiello: appena adolescente, Aiello fu costretta a sposare Nicola Atria, figlio del boss di Partanna Vito Atria. Sia Vito che Nicola furono in seguito uccisi.
A seguito di questi eventi, Piera Aiello decise di denunciare i due assassini di Nicola e iniziò a collaborare, unitamente alla sorella del marito Rita Atria, con la polizia e la magistratura, in particolare con il giudice Paolo Borsellino. L'ospite ha parlato molto della sua vita, concentrandosi sul rapporto con la cognata Rita Atria – morta suicida in circostanze mai chiarite a soli 17 anni – entrambe affiancate dal giudice Paolo Borsellino.
«Rita Atria era figlia di un mafioso, sorella di mio marito, e si è tolta la vita dopo l'omicidio di Borsellino per paura di essere trovata», racconta con voce ferma Piera. «Non capisco perché tutte le persone che io amo devono finire ammazzate». Atria decise di diventare testimone di giustizia per vendetta, ma dopo l'incontro con Borsellino capì di doverlo fare per giustizia di tutti gli uomini morti nella valle del Belice per mano della mafia.
Aiello ha ripercorso gli attimi dell'uccisione di suo marito. «Ero neanche un metro di distanza», ricorda. «Mi sento una miracolata». La coraggiosa testimone di giustizia racconta poi della sua giovinezza. «Sono stata costretta a sposare mio marito; se non l'avessi fatto sarebbe stata uccisa la mia famiglia». Dopo essere entrata nel programma di protezione con la figlia ed avere assunto una nuova identità per motivi di sicurezza, vi ha in seguito rinunciato. «Rinunciare al programma di protezione significa rinunciare al programma economico, non volevo dipendere dallo stato». Piera Aiello ha ancora paura? «La mafia non dimentica», ha risposto.
In conclusione, ha lasciato un messaggio alle nuove generazioni di Partanna. «Voi giovani dovreste reinnamorarvi della politica e interessarvi a tutto ciò che succede nella zona, perché la criminalità organizzata interessa tutti».
Lucrezia Martino, IVB